Fauves, bestie selvagge, così vengono etichettati ad inizio Novecento Matisse e compagni. Era il 1905 ed un critico d'arte in visita all'esposizione del Salone d'Autunno parigino sentì di trovarsi in mezzo ad animali selvaggi, spiriti indomiti che lanciavano colori puri sulle tele creando capolavori. Schizzi di vita, tinte forti e contrastanti, figure stilizzate, assenza di prospettiva: i fauvisti bruciano la tradizione per vivere nel futuro, piuttosto che nel presente.
Il fauvismo è veloce, è un fulmine che scende sulla terra nel 1905 e si spegne nell'arco di tre anni, ma sono tre anni fondamentali per l'arte contemporanea. Il mondo è avvolto da una magica atmosfera: si respira l'aria del cubismo di Picasso e del relativismo di Einstein, un periodo di straordinaria creatività, nel corso del quale operano Matisse, Braque ed altri celebri pittori.
Henri Matisse nasce a Le Chateau-Chambrèsis nel 1869 e, dopo aver intrapreso studi giuridici, è irimediabilmente attratto dalla Dea pittura. Un intenso amore dal quale nasceranno tantissimi capolavori. Nel 1905 sconvolge i contemporanei con il Ritratto con la riga verde, un viso di donna, dai colori forti e contrastanti, spezzato da una pennallata verde che va dall'attaccatura dei capelli al mento. Un volto innaturale e spigoloso privato di ogni armonia classica... e siamo solo agli inizi del fauvismo...
Nel 1909 il pittore francese mostra al mondo La danse, forse il suo quadro più noto, un'immagine di cinque corpi di colore rosso intenso che si tengono per mano in un allegro girotondo. Il prato verde, lo sfondo blu acceso e le figure rosso fuoco emanano vitalità, forse eccessiva per il pubblico dell'epoca. In merito è anche interessante notare come esistano due versioni distinte da La danse, una conservata a New Yoork e l'altra all'Ermitage di San Pietroburgo, ed in quella posteriore il Maestro abbia reso i colori, ed il contrasto, ancor più forti.
Matisse non ha mai lesinato sull'intensità dei colori con i quali già si divertiva a stupire nel dipinto La stanza rossa (1908) e li ha usati anche per mettere su tela i contrasti con la moglie raffigurata nel celebre Ritratto della moglie dell'artista (1912) attraverso tinte incredibilmente fredde.
Per concludere ricordiamo le opere che Matisse creò durante la lunga convalescenza degli anni Quaranta: i collages. Famosissimo è il ciclo dei Nudi blu con le immagini di donne stilizzate colorate di blu su sfondo bianco.
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