Astrarre dalla realtà era l'obiettivo perseguito da Wassily Kandinsky, Piet Mondrian, Kasimir Malevich e dagli altri innovatori di inizio secolo. Nel periodo del trionfo dell'irrazionale illustrato da Freud alcuni molti pittori sentono l'esigenza di superare la realtà empirica e gli astrattisti perseguono l'obiettivo dipingendo forme a prima vista incomprensibili.
Uno dei padri della pittura astratta è il russo Kandinsky, geniale creatore di quadri che raffigurano la vita con vivacità, ampia varietà di colori, punti e linee. Gli oggetti vengono rappresentati attraverso colori, forme geometriche distanti dalla realtà, ma chiaramente comprensibili dall'animo.
Tra i moltissimi capolavori del Maestro russo citiamo il ciclo delle Composizioni, con la celebre Composizione numero VI (1913) conservata all'Ermitage di San Pietroburgo. Oltre alle splendide opere è fondamentale ricordare anche il lascito di Kandinsky: il suo trattato Punto, linea, piano fu uno dei libri di riferimento del Bauhaus e moltissimi movimenti dell'arte contemporanea devono rendere onore al geniale russo.
Altro celebre Maestro della pittura astratta è Piet Mondrian, nato in Olanda nel 1872 e fondatore del Neoplasticismo. Al contrario di Kandinsky, che amava irrorare le tele di colori, Mondrian usa pochissimi colori, solitamente il rosso, il blu, il giallo, il nero e il bianco. Famosissima è la tela Composizione con rosso, giallo e blu (1929) nella quale rettangoli dai contorni neri racchiudono i colori primari seguendo un preciso ordine geometrico. Le forme sono estremamente semplici, ma il dipinto è baciato da un'eccezionale luminosità e vitalità: il tocco magico dei grandi talenti!
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