Già dal nome si evince come il movimento artistico nato nel 1905 in Germania desiderasse contrapporsi all'impressionismo che aveva trasformato il mondo dell'arte di fine Ottocento. Se gli impressionisti si armavano di cavalletto e salivano in barca per fissare sulla tela un'impressione prodotta dalla natura sull'uomo, gli espressionisti sono agli antipodi: dipingono il loro mondo interiore.
Il movimento nasce in Germania, precisamente a Dresda, su impulso di Ernst Ludwig Kirchner, pittore celebre per Strade a Berlino (1913) e per altri capolavori, molti dei quali purtroppo distrutti dal regime nazisti in quanto esempi di "arte degenerata".
L'espressionismo ci conduce poi a Edvard Munch, il Maestro norvegese che ha anticipato la stesura del manifesto espressionista attraverso alcune sue tele. Munch è, infatti, un'avanguardia delle avanguardie, un genio solitario che non si è mai fossilizzato aderendo ad una corrente e non si è sentito pago di scoprire l'ignoto.
L'urlo (1893) è l'apoteosi dell'espressionismo, è l'urlo interiore che esplode in colori forti e in una raffigurazione dell'essere umano evanescente di fronte all'angoscia. Guardando la tela sentiamo il panico provato dall'artista, ci apprestiamo ad udire l'urlo che scuote il cielo intriso di colori rosso sangue, come se da un momento all'altro potesse davvero materializzare al di fuori del quadro.
L'angoscia e il fantasma della morte hanno accompagnato Munch lungo tutta la sua carriera, complici anche gli eventi tragici che ne hanno funestato la giovinezza, ed i suoi capolavori ci fanno percepire alla perfezione tali sentimenti; tra tutti citiamo Autoritratto all'Inferno (1903) e Consolazione (1907).
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